Chiesa di Santo Stefano (Foto anni 50)
La chiesa prepositurale di Santo Stefano come si presentava agli inizi degli anni ’50. Si nota anzitutto l’assenza delle lesene in granito bianco che verranno applicate alla facciata solo al termine di quel decennio. Sul campanile il vecchio orologio che verrà sostituito dall’attuale negli anni ’70. A lato della chiesa quanto resta del vecchio Oratorio di San Carlo che venne convertito a portico negli anni ’30 per fare spazio all’ingresso dell’Oratorio Maschile. L’Oratorio di San Carlo era a sua volta ciò che restava della antica chiesa prepositurale prima di essere demolita dopo il 1836.
In realtà, della chiesa antica non è rimasto molto, le strutture che oggi vediamo sono riconducibili ai lavori di adattamento del nuovo Oratorio di San Carlo (1836 – 1841). Pochi sono i reperti murari dell’antico romanico, probabilmente solo qualche muro di fondamenta. Sono invece degni di interesse i capitelli romanici che oggi sono murati nella facciata della canonica: prima della demolizione della chiesa andavano a decorare la porta centrale. Una chiesa, quella antica, di stile Romanico, a tre navate e che tuttavia nel corso dei secoli subì innumerevoli interventi di ammodernamento dettati sia dal costante rinnovamento delle prescrizioni canoniche e liturgiche, sia dal procedere incessante del discorso sull’arte, che in ogni epoca ebbe un proprio linguaggio ed inedite cifre stilistiche. È probabile pertanto, e questo ce lo dimostrano anche le perizie redatte al tempo dei fatti, che il continuo rimaneggiamento delle strutture abbia portato l’edificio ad un progressivo ed inesorabile tracollo che ebbe il suo culmine nella mattinata dell’8 aprile 1834, giorno in cui si verificò uno squarcio sulla volta centrale. Da quel giorno la chiesa venne definitivamente chiusa al culto, dando il via ad un complesso e durevole processo di demolizione e di ricostruzione della chiesa plebana.
La chiesa attuale venne terminata nella sua struttura generale ed aperta al culto il 5 settembre 1841. Il progetto è dell’Architetto Annibale Ratti e lo stile dominante è il neoclassico, tipico di quell’epoca. Il campanile invece risale al 1596 e sopravvisse alla demolizione della antica chiesa.
All’interno della chiesa di Santo Stefano sono presenti sei cappelle laterali ed un altare maggiore. Tra le opere più interessanti vi sono gli affreschi di Luigi Morgari (altare maggiore e Cappella della Beata Vergine), due medaglioni del Legnanino (Cappella di San Carlo) e una tela dei fratelli Lampugnani del 1623 (Cappella di San Giovanni Decollato). Gli affreschi delle volte, del transetto e delle ornamentazioni interne sono di Valerio Egger e Giovanni Garavaglia (anni ’40).
Sul fondo della chiesa è presente il grande organo De Simoni Carrera del 1875.
Testo curato dal Gruppo “Pro Memoria Nerviano”