La Croce di Gaspare Cogliati (Foto anno 1897)
In questa fotografia è ritratta la Croce nella sua originaria posizione all’imbocco del Viale Villoresi verso la Zancona.
Tale Croce fa parte delle cosiddette croci stazionali, erette sopra colonne all’incrocio di strade principali, urbane o extraurbane, o al centro di piazze, che avevano la finalità di richiamare qualche avvenimento religioso importante, o fatti ritenuti miracolosi ed erano di invito alla preghiera e rispondevano ad una esigenza di religiosità devozionale. Le Croci disseminate nelle campagne inoltre esprimevano la richiesta di benedizione sui campi e sul raccolto come anche di protezione per i viandanti. La definizione “stazionale “attribuita a colonne sormontate dall’emblema della croce ne determinava anche una funzione liturgica, essendo meta finale o intermedia di processioni penitenziali o impetratorie.
La diffusione nel nostro territorio delle croci stazionali è dovuta in gran parte a S. Carlo Borromeo dopo la sua nomina ad arcivescovo di Milano dal 1565, come pure promosse dopo il concilio provinciale del 1573 e del 1576. Passata l’epidemia del 1576 ci fu un incremento delle installazioni delle croci stazionali o votive, che sostituirono altari all’aperto eretti durante la peste, con la funzione anche di richiamare il mistero della passione e morte di Cristo riportando sulle croci urbane quegli elementi narrati nei vangeli sulla via del Calvario quali: Scala, lancia, spugna, chiodi, tenaglia, martello, corona, targa.
La nostra Croce posta su piattaforma quadrata, è innalzata su colonna granitica a sezione circolare, con terminale granitico a sezione quadrata e appoggiata su un basamento costituito da tre ordini di gradini con perimetro delimitato da colonnine granitiche e chiusura con catene a spuntoni. L’incisione sul blocco granitico alla base “GASPAR COLIATUS ANNO – 1676 – EREXIT” ricorda il nome del benefattore Gaspare Cogliati (1614-1684) quale autore dell’innalzamento della Croce nell’anno suddetto, non a caso coincidente con il centenario della pestilenza del 1576.
Il manufatto è in ferro battuto costituito da telaio in ferro con riempimento con riccioli, fissati con fascette, racchiude al centro un anello in ferro circolare da cui partono quattro raggi fiammeggianti a 45 gradi, che possono riportare al simbolo della luce del mondo: (Dalla frase del Vangelo “Io sono la luce del mondo”…-Gv. 8,12- [Ego sum lux mundi,..]). Frase ritrovata incisa su colonne di altre croci. Al centro dell’anello sono presenti i simboli dei tre chiodi della Santa Croce, che rafforzano l’iconografia della passione di Cristo. Non essendoci documenti al riguardo, si può azzardare l’ipotesi di attribuire la costruzione della Croce alla famiglia di fabbri ferrai del Cogliati presente a Nerviano, alla Zancona, già dalla seconda metà del 1500.
Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di riconoscere la stessa croce in quella eretta al centro del Lazzaretto di Nerviano e benedetta dal prevosto Francesco Sonnio il 15 agosto del 1630, durante il periodo della massima diffusione della peste, e successivamente fatta trasportare ed erigere da Agostino Terzaghi, (prevosto a Nerviano dal 1636 al 1667), nel solenne giorno dell’Epifania del 1640 in principio di Nerviano verso la Zancona a ricordo e protezione dei nervianesi da altre epidemie. Inoltre lo stesso Terzaghi nell’occasione aveva istituito la consuetudine di una processione alla Croce da effettuare al venerdì.
Stando alla descrizione del Terzaghi, ritrovate nel suo cronicon, la posizione originale doveva coincidere con l’inizio dell’attuale viale Villoresi (località detta allora il Molinolo), probabilmente sorretta solamente dal basamento costituito dalla piattaforma quadra. Non è certo che la Croce elevata su colonna nel 1676 per volontà e a spese del Cogliati sia quella già esistente oppure un nuovo manufatto. L’ipotesi più attendibile è quella che propende verso l’innalzamento della Croce già esistente, magari con intervento di ammodernamento sul manufatto, vagamente avvalorata dalle parole “…da me fatta alzare…” presenti nel testamento del 1684 dello stesso Cogliati.
La Croce è rimasta nel luogo ritratto in fotografia fino al 1931, quando l’autorità comunale del tempo, con parere della sovrintendenza dei monumenti, nell’ambito di un intervento di allargamento del tratto urbano di via della Croce, con demolizione di parte di fabbricati, ne decise il trasporto nella sede attuale. Luogo insistente su un appezzamento ceduto dalla famiglia Piazzi e Banco Sete, ritenuto idoneo sia per la vicinanza alla posizione originale sia per mantenere coerente la denominazione dell’omonima via.
Testo curato dal Gruppo “Pro Memoria Nerviano”