Piazza Quaranta (Foto anni 40)
In un pomeriggio estivo assolato, da anonimo viene immortalato di spalle il prevosto Don Luigi mentre attraversa a piedi la Piazza Quaranta. Sullo sfondo, all’angolo di via XXV aprile (che ai tempi era denominata Via Vittorio Emanuele II), l’edificio che allora ospitava l’antica merceria e cartoleria.
Detta piazza, che un tempo e come dimostrano diversi documenti risalenti al XIV sec., era una vera e propria località, che aveva diverse denominazioni come Pasquaro, Pasquerio o Pasquirolo, cioè luogo di pascolo a disposizione della comunità. Nel gergo comune venne trasformato in Pasquè, sulla quale si affacciavano e si affacciano tutt’ora, cortili con abitazioni, cascine, stalle ed orti abitati, allora, per la maggior parte da contadini.
Lo sviluppo del Pasquè è stato favorito dai proprietari terrieri della nobile famiglia Crivelli per lungo tempo feudataria di Nerviano, e dai reverendi padri proprietari dell’omonimo monastero di S. Maria Incoronata del Monte Oliveto situato a poca distanza, a cui appartenevano la maggior parte dei terreni e fabbricati prospicenti il fiume Olona.
L’urbanistica del luogo è rimasta più o meno invariata nei secoli. Il Pasquè, come propaggine del paese oltre il ponte del fiume Olona, ha mantenuto da sempre un percorso viario per raggiungere i borghi di Villastanza, Cantone e Pogliano.
Per quanto riguarda la denominazione Piazza Quaranta non vi è nessuna notizia dell’origine di questa intitolazione, ma a quanto pare risulta da una antica tradizione orale.
Si potrebbe azzardare l’ipotesi di legare il termine Quaranta alla festa della Candelora la cui ricorrenza è il 2 febbraio, in cui la Chiesa oggi celebra la Presentazione di Gesù al tempio, e in passato la Purificazione della Vergine Maria, che cade appunto quaranta giorni dopo il Natale.
Il termine Candelora con cui popolarmente viene chiamata questa festa e la tradizionale benedizione delle candele parlano della luce che Gesù è venuto a portare per illuminare le genti. È possibile che l’intitolazione di Piazza Quaranta derivi appunto dai festeggiamenti che probabilmente si facevano in onore di S. Maria della Purificazione della Ceriola, a cui era dedicata una piccola chiesa fatta costruire dai nobili Crivelli nel 1400, situata in prossimità della piazza.
Della cappella di S. Maria della Ceriola, la cui esatta ubicazione non è stata individuata, si perdono le tracce dopo il 1601. Già da decreti dopo visite pastorali arcivescovili del 1583 e del 1596 la cappella della Ceriola, risultando fatiscente e degradata, era stata oggetto di licenza di abbattimento. Una seconda ipotesi del titolo quaranta attribuito alla piazza potrebbe essere quello che si riferisce alla venerazione dei quaranta santi martiri di Sebaste in Armenia minore. I Quaranta subirono il martirio per la loro fede cristiana nel 320 vittime delle persecuzioni di Licinio. La ricorrenza viene festeggiata il 9 marzo.
La piazza è stata successivamente intitolata a Vittorio Emanuele II nel 1909 con la lapide posta sul muro della casa di proprietà della famiglia Giola. Una prima lapide ricorda il passaggio e la sosta per ben due ore nella piazza del re d’Italia Vittorio Emanuele II, col suo stato maggiore, il giorno 6 giugno, dopo la vittoria ottenuta contro gli austriaci nella battaglia di Magenta del 4 giugno 1859.
Prima della sistemazione della piazza nell’attuale conformazione urbana, era presente al centro della stessa la piattaforma del peso pubblico.
Testo curato dal Gruppo “Pro Memoria Nerviano”