Trebbiatrice (Foto anni 40)
La trebbiatrice al lavoro nell’aia di una corte per la separazione del frumento dalla paglia, caricando dall’alto i covoni trasportati con un carro, come si riesce a intravvedere era di marca I.M.A.R., una fabbrica di Arese, del tipo per paglia lunga, ed era messa a disposizione dei soci, dopo la mietitura, dalla Cooperativa agricola S. Isidoro di Nerviano.
La macchina veniva inizialmente spostata nelle corti con un certo spazio, anche nelle frazioni in modo che i soci della cooperativa potessero accedere a turno alle operazioni di trebbiatura del loro raccolto.
Tale cooperativa, inizialmente denominata Società Agricola S. Isidoro, era stata fondata all’inizio degli anni venti del 1900 su iniziativa dell’allora coadiutore Don Gaetano Canavesi e un gruppetto di contadini di Nerviano. Fino dagli esordi la cooperativa acquistò largo consenso di partecipazione tra i contadini locali i quali diventavano soci con l’acquisto di una o più azioni. Si ha memoria infatti che già nel 1925 risultavano associati più di 300 contadini.
Da elenchi dei soci della detta S. Isidoro, del periodo a cavallo degli anni venti, si possono citare le persone, anche attraverso il soprannome che si distinsero per il loro impegno quali: il Giuan “Rampon”, il Cozzi “Culit”, il Pep “Barbison”, il Giuanon Busott, il Gurisia, il “Pinaia”, il Pasqualin Balon, il Carlu dal” Pela”, il Felice” Bufin” e molti altri.
Una delle prime macchine acquistate dalla cooperativa è stato un cosiddetto “trabatoi” o “macchina da bàtt”, poi uno sgranatoio elettrico per le pannocchie di mais e il lavoro di sgranatura veniva effettuato sotto il porticato, allora esistente, adiacente al fianco ovest della chiesa prepositurale, che fungeva anche da deposito. Successivamente la cooperativa con l’acquisto di alcuni appezzamenti di terreno nel 1948 per circa 4000 m2 ( 6,10 pertiche ), si assicurò uno spazio agevole per la “battitura del grano”, come veniva chiamata allora la trebbiatura.
Anche l’acquisto nel 1955 di un trattore agricolo diesel tedesco Schluter tipo as 30 dalla ditta Somaschini, con attrezzature di corredo specifiche, quali aratro a sollevamento, erpice e fanale, e poi nel 1958 una nuova trebbiatrice I.M.A.R. con funzioni più moderne come il battitore a otto stanghe, scuotipaglia, crivelli a fori fitti, bullatore e aspiratore frangi spiga, assicurò un notevole progresso e risparmio di fatica e tempo ai soci contadini nei lavori dei campi, mettendole a disposizione a prezzi agevolati. Fino all’epoca della fondazione della cooperativa infatti le varie fasi delle coltivazioni e dei lavori nei campi veniva effettuato quasi completamente impiegando animali quali il cavallo da tiro o il mulo usati sia nel traino di aratro, erpice, rullo, macchine da sfalcio, seminatrice e carri da trasporto.
Con l’avvento del boom economico degli anni sessanta e settanta, e lo spostamento della manodopera giovanile verso percorsi di impiego operaio nelle fabbriche in crescendo aumento, ci fu un progressivo abbandono del lavoro nei campi e quindi anche la cooperativa perse gradualmente il suo scopo iniziale mantenendo però un ruolo di riferimento per i pochi contadini rimasti.
Testo curato dal Gruppo “Pro Memoria Nerviano”